Tarosophy for children. Note a margine del volume “Il Tarot spiegato a mia figlia. Divertirsi e pensare con i 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi” (EUM, 2019)

Ho già chiarito altrove (“Chi ha paura del Tarot?“) come i Tarocchi non vadano considerati alla stregua di un folkloristico strumento di predizione del futuro, bensì come simbolica chiave di accesso alla nostra personale narrazione dell’esistenza. Essi, infatti, ci permettono di raccontare e di raccontarci, attraverso un gioco di rispecchiamento della nostra interiorità nelle loro evocative immagini, che, mediante l’impiego di una specifica simbologia, si connettono ai grandi temi della vita di ciascuno di noi.

Un trattato di alta filosofia esposto per immagini.

(O. Wirth, I Tarocchi, ed. Mediterranee, 2010, 35)

Possono, allora, i Tarocchi svolgere una qualche funzione educativa e maieutica nei confronti non solo degli adulti, ma anche dei bambini e dei ragazzi del nostro tempo? Io ritengo davvero di sì ed è per questo che ho deciso di mettere mano alla penna e dare alle stampe il libro “Il Tarot spiegato a mia figlia” (EUM, 2019). E’ assolutamente incredibile realizzare come un mazzo di carte di più di 500 anni fa possa inserirsi così agevolmente nei discorsi dell’attualità più stringente e fornire una base simbolica di riferimento sulla quale innestare attività ludiche e di riflessione assai utili per molti fini, tra cui:

  • potenziare la creatività e la capacità immaginativa;
  • intensificare la capacità di osservazione;
  • sollecitare il pensiero laterale;
  • sviluppare l’empatia;
  • sviluppare il pensiero critico;
  • imparare a pensare per immagini.

La dimensione rappresentazionale degli Arcani Maggiori, che naturalmente si lega a quella, sottostante, simbolico-archetipica, esercita in tal senso un ruolo fondamentale, poiché è a partire da quella che il mondo esteriore contatta la realtà interiore, dandole forma e significato. Proporre i Tarocchi ai bambini (il libro è rivolto a un fascia d’età compresa tra gli 8 e i 13 anni, ma non sarebbe difficile adattarne i contenuti a età inferiori o superiori), per quanto mi riguarda, ha significato andare a prospettare attività incidenti principalmente su tre tipologie di abilità: narrativa, artistica, filosofica.

1. L’abilità narrativa

Inventare e scrivere storie è uno degli esercizi più divertenti e istruttivi che si possano fare con i bambini. Gli Arcani Maggiori si prestano splendidamente a questo fine, le loro immagini possono sollecitare il ricordo di persone e situazioni già vissute o, al contrario, la creazione originale di personaggi, mondi e situazioni del tutto avulsi da riferimenti reali. La narrazione diventa uno spazio di libertà attraverso cui attivare risorse immaginali interne, per costruire racconti che, mettendo un’opportuna distanza tra chi narra e ciò che è narrato, rendono più semplice la manifestazione di contenuti profondamente personali che per vie ordinarie faticherebbero non poco a essere espressi. Utilizzare i Tarocchi a fini narrativi significa attingere a un enorme repertorio simbolico e archetipico che è patrimonio comune a tutta l’umanità (l’inconscio collettivo di junghiana memoria) e che incrocia i destini di infinite vite in ogni tempo. Non è errato vedere nel viaggio del Matto l’antesignano del viaggio dell’Eroe di Vogler, o ritrovarvi l’eco della morfologia della fiaba di Propp o delle 22 stazioni di Truby: in tutti i casi citati, siamo di fronte a precisi moduli evolutivi che attingono a una conoscenza universale e che, proprio per questo, si rivelano efficacissimi ai fini dell’invenzione di storie, in qualunque epoca e contesto esse siano ambientate. Nel libro si trovano alcuni suggerimenti per iniziare a scrivere brevi storie con i Tarocchi, che possono diventare più complesse man mano che la padronanza dello strumento evolve e subire anche una trasformazione in veri e propri copioni teatrali, per poi essere successivamente messe in scena.

2. L’abilità artistica

I Tarocchi sono, prima di tutto, una serie di disegni, figure, immagini proposte secondo una sequenza simbolica ormai consolidata e standardizzata, ciò che ne rende possibile infinite raffigurazioni diverse senza che si rischi di perderne il senso originario. I puristi avranno certamente da ridire sul punto e devo confessare che, onestamente, pur giudicando iconograficamente interessanti e graficamente elaborati molti dei mazzi attualmente in commercio, mi troverei in difficoltà a pensarli in un utilizzo quotidiano, proprio in quanto eccessivamente carichi della soggettività dell’ideatore ed eccessivamente ridondanti di dettagli che hanno un senso, per l’appunto, solo in riferimento al sistema di valori di chi li ha pensati. Tuttavia, questa enorme varietà stilistica testimonia esattamente quanto queste 22 carte abbiano a che vedere con l’arte e la creativitàGuttuso, Manara, Luzzati, Dalì, solo per citarne alcuni, sono fra i grandi artisti cimentatisi nella creazione di propri mazzi – e quanto fortemente possano condurre un bambino a sviluppare senso estetico, manualità e fantasia ai massimi livelli. Nel libro, sono contenute diverse proposte di attività, a partire dalla semplicissima (ma non banale) colorazione dei magnifici disegni del mazzo marsigliese rivisitati dall’artista Paola Fedeli e allegati al libro stesso.

3. L’abilità filosofica

Un’ampia parte del volume è dedicata alla disamina dei singoli Arcani, con una scheda introduttiva scritta in un linguaggio adeguato al pubblico di lettori cui è destinato e una scheda, per così dire, “di lavoro” su specifici temi cui l’Arcano di volta in volta esaminato rimanda. Personalmente, ritengo questa la sezione potenzialmente più interessante, quella a cui tengo forse di più e dalla quale possono originare sviluppi di non poco momento sul piano della formazione e della libera espressione del pensiero critico. Gardner, teorico delle intelligenze multiple, parlerebbe di “intelligenza esistenziale” (cfr. H. Gardner, Formae mentis. Saggio sulla pluralità dell’intelligenza, Feltrinelli, 1987), a indicare l’attitudine a interrogarsi e riflettere sui temi dell’esistenza, a sviluppare un pensiero lato sensu filosofico, fondato sulla capacità di farsi domande e di esercitare il pensiero astratto. L’abilità di cui parlo, infatti, non fa riferimento al classico pensiero filosofico di stampo teorico che noi adulti conosciamo, ma a quell’approccio cosiddetto della Philosophy for Children (P4C) sviluppato dal filosofo ed educatore statunitense Matthew Lipman a partire dagli anni ’70, basato sul riconoscimento della valenza educativa dell’indagine filosofica, che conduce a un’efficace indagine della realtà, all’ampliamento della capacità critica, a una visione più profonda ed estesa delle esperienze di vita. Fare filosofia con i bambini significa far sì che “imparino a pensare, a mettersi in discussione, a dialogare, a trarre conclusioni, ad applicare risposte critiche e creative ai problemi quotidiani” (così J. Nomen, Il bambino filosofo e il quesito di Platone, Salani, 2019, 65). In quest’ottica, i 22 Arcani Maggiori diventano 22 Maestri pronti a condurci con saggezza e originalità nella riflessione dedicata ai grandi temi dell’esistenza quotidiana. La Philosophy for Children si trasforma in Tarosophy for Children, aprendo scenari inediti di investigazione del quotidiano.


Il Tarot spiegato a mia figlia. Divertirsi e pensare con i 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi” edito – con mio immenso onore – dalle EUM è un libro assolutamente unico – e non solo nel panorama editoriale nazionale – nel suo genere. Tengo moltissimo a questo lavoro. E’ stato scritto con grande rispetto per lo strumento utilizzato e, soprattutto, per i suoi destinatari. L’augurio è che presto le proposte ivi contenute possano essere apprezzate e impiegate non soltanto in contesti domestici o comunque privati, ma anche nelle aule scolastiche e in qualsiasi luogo ove si ambisca a fare formazione ed educazione. I Tarocchi saranno sempre all’altezza di tutte le situazioni.

Ludendo intelligo.

Buona lettura, buon divertimento, buona crescita.

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